Controllati sociali e datacrazia

Di seguito il video Controllati sociali di Glauco Benigni via Byoblu: “Quali canali usa la propaganda? Chi li controlla? Che ruolo ha la pubblicità? Quanto investono nella creazione dei nostri “stili di vita”? Come siamo passati dall’era Murdoch all’era di Amazon? Come siamo entrati, senza accorgercene, nel grande medioevo digitale?”


Di seguito lo speciale TG1 del 15.01.2018 DATACRAZIA di Barbara Carfagna.

“Nel web tutti noi cediamo i nostri dati alle aziende e ai database. Il web, la seconda fase di internet, ha cambiato il modo di fare politica, di comunicare , di fare campagna elettorale; perfino il modo di prendere decisioni su chi votare. Le conseguenze, in gran parte del mondo, tra fake news, bolle, haters e troll, si stanno dimostrando nefaste e stanno creando caos ma secondo gli esperti siamo all’alba di una nuova era che cambierà radicalmente internet e la politica. La terza fase di internet, che potrebbe cancellare il web e decentralizzare la rete togliendo potere alle grandi aziende come google e facebook, ma anche alle banche e ai governi, si chiama blockchain. Abbiamo gia’ visto all’opera il potere di questa tecnologia, che registra ed esegue le transazioni tracciandole per sempre in maniera non duplicabile ne’ falsificabile, attraverso la sua applicazione più nota: il bitcoin, a cui sopravvivera’. Nei paesi tecnologicamente avanzati i governi stanno sperimentando la blockchain per aumentare il loro potere, mentre in altre parti del mondo nascono attorno ad essa nuove ideologie. A speciale tg1, “datacrazia” ,ovvero il potere dei dati. Barbara Carfagna ci porta a liberland – nazione che sta nascendo decentralizzata e distribuita per il mondo – a Dubai, in Giappone, Singapore, Taiwan, Stati Uniti. Per scoprire un mondo parallelo, in cui i governi per agire nella complessita’ si appoggiano alle fondazioni, ai think tank o ai consulenti della piu’ influente blockchain esistente al momento: ethereum, che promette di consentire a tutti, un giorno, di riappropriarsi dei propri dati tracciandoli e controllando – anche a distanza di anni- che fine hanno fatto e chi li sta utilizzando.”