Di seguito l’articolo Un equilibrio tra tre componenti tratto da Buddismo e società n. 195.
L’idea di sviluppo sostenibile si basa sulla consapevolezza che le tre dimensioni ambientale, economica e sociale siano inscindibili e profondamente interconnesse. In questo senso, la definizione di sviluppo sostenibile come di equità tra generazioni implica anche, per coerenza, l’equità all’interno di ogni generazione.
La sostenibilità inter-generazionale è di tipo ambientale e intende garantire la libertà di scelta alle generazioni future, libertà che dipende in modo cruciale dall’integrità dell’ambiente naturale che esse riceveranno in eredità. Quella intra-generazionale è di tipo socio-economico e intende garantire a tutti e tutte pari opportunità. Ciò può avvenire soltanto se viene garantita una sostanziale uguaglianza dei “punti di partenza”, cioè l’accesso effettivo a tutte le opportunità economiche e adeguati livelli di benessere sociale. La povertà, la denutrizione, le malattie riducono considerevolmente l’accesso a tali opportunità. Benessere e felicità, inoltre, dipendono non solo dalla povertà assoluta ma anche da quella relativa, ovvero da disuguaglianze nella distribuzione dei redditi. Analogamente, l’inquinamento dei beni ambientali limita la disponibilità delle risorse naturali e ne riduce la qualità rendendone impossibile alcuni impieghi. Se per esempio inquiniamo l’acqua ne limiteremo il suo utilizzo come bene necessario per il sostentamento fisico: per bere o per igiene personale o per le attività agricole e l’irrigazione dei campi.
Livelli crescenti di disuguaglianza e degrado ambientale possono avere conseguenze negative anche per l’andamento dell’economia. Basta pensare ai cambiamenti climatici che derivano dall’innalzamento della temperatura globale: provocati dalle attività antropiche e da un’idea di sviluppo economico senza limiti, nei prossimi anni porteranno a una riduzione delle produttività della terra e delle risorse naturali, a un aumento del numero di eventi climatici estremi e quindi dei relativi problemi di salute per i lavoratori con una riduzione della produttività e del lavoro, a un innalzamento del livello dei mari e a un aumento del fenomeno migratorio. Per di più il deterioramento ambientale peggiora le condizioni dei poveri, che a loro volta si trovano costretti a sfruttare ulteriormente le risorse naturali per assicurarsi la sopravvivenza giornaliera. Elevati livelli di disuguaglianza possono causare tensioni sociali e politiche, che spesso hanno effetti negativi sulla crescita del reddito e scoraggiano gli investimenti.
È chiaro allora che soltanto la considerazione della triplice dimensione dello sviluppo può essere fonte di un vero miglioramento del benessere degli esseri umani e garantire che le attività economiche siano compatibili con l’equità sociale, gli ecosistemi e l’equilibrio ambientale. (Carlo Orecchia)
Fonte: Simone Borghesi e Alessandro Vercelli, La sostenibilità dello sviluppo globale, Carocci, 2005