Miracoli

Di seguito pubblico la poesia Miracles di Walt Whitman e la sua traduzione in italiano.

Why, who makes much of a miracle?
As to me, I know of nothing else but miracles,
Whether I walk the streets of Manhattan,
Or dart my sight over the roofs of houses toward the sky,
Or wade with naked feet along the beach just in the edge of the water,
Or stand under trees in the woods,
Or talk by day with anyone I love, or sleep in the bed at night with anyone I love,
Or sit at table at dinner with the rest,
Or look at strangers opposite me riding in the car,
Or watch honeybees busy around the hive of a summer forenoon,
Or animals feeding in the fields,
Or birds, or the wonderfulness of insects in the air,
Or the wonderfulness of the sundown, or of stars shining so quiet and bright,
Or the exquisite delicate thin curve of the new moon in spring;
These with the rest, one and all, are to me miracles,
The whole referring, yet each distinct and in its place.

To me every hour of the light and dark is a miracle,
Every cubic inch of space is a miracle,
Every square yard of the surface of the earth is spread with the same,
Every foot of the interior swarms with the same.

To me the sea is a continual miracle,
The fishes that swim–the rocks–the motion of the waves–the ships with the men in them,
What stranger miracles are there?


Perché la gente fa tanto caso ai miracoli?
Per quanto mi riguarda io non conosco altro che miracoli,
sia che passeggi per le vie di Manhattan,
o levi il mio sguardo sopra i tetti, verso il cielo,
o sguazzi coi piedi nudi lungo la spiaggia, proprio sul filo dell’acqua,
o mi fermi sotto gli alberi, nei boschi,
o parli, di giorno, con chi amo, o dorma, di notte, accanto a chi amo,
o sieda a pranzare a un tavolo insieme ad altri,
o getti uno sguardo agli estranei che viaggiano in tram di fronte a me,
o spii le api che nei pomeriggi d’estate si affaccendano intorno all’alveare,
o gli animali al pascolo nei campi,
o gli uccelli, o gli straordinari insetti dell’aria,
la meraviglia del tramonto, le stelle che brillano placide e luminose,
o la delicata sottile curva della luna nuova in aprile;
queste cose, e le altre, una e tutte, sono miracoli per me,
a tutto si riferiscono anche se ognuna è distinta dalle altre,
e al suo posto.

E’ un miracolo per me ogni ora di luce e di buio,
è un miracolo ogni centimetro cubo di spazio,
ogni metro della superficie terrestre è impregnato di miracolo,
formicola di miracoli ogni centimetro del sottosuolo.

Il mare è per me un miracolo senza fine,
i pesci che nuotano – gli scogli – il moto delle onde –
le navi che portano gli uomini,
quali i miracoli più strani di questi?

Millennial Manifesto

Di seguito riporto The Manifesto tratto dalla parte finale del libro di Scott Beale con Abeer B. Abdalla Millennial Manifesto.

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THE MANIFESTO*

We are America’s future. We are a generation ready to take on the world. We believe our parents have failed to take into account the future or our values in today’s politics.

  • We believe in individual responsability; and as individuals we must be able to work with others for a common good.
  • We believe that community service is an important form of youth activism, but that politics, business, and faith are still necessary to improve our country.
  • We believe that every being is affected when the environment is polluted. We demand greater responsability from corporations, communities, the government, and individuals for addressing environmental problems. Environmental protection should neither be a hobby of the wealthy nor a burden of the poor; it is a global problem that we all must address.
  • Respect for human rights for all people is essential to the strength of any society, including a global one.
  • We are a generation tha sees the positive potential of internationalism – the exchange of people cultures, and economic ties that bind countries.
  • We also see the potential pitfalls of globalization if supranational companies, governments and organizations are not held accountable for maintening environmental protection, upholding labor standards, or addressing local needs.
  • Our generation has strong faith and religion is important to us. This spiritual base is at the root of much of our activism. We believe the war on drugs, the war war on crime, and current gun policies need to be re-examined and modified with new voice.
  • During our lifetimes, crime has dropped and yet the prison industrial complex has grown.
  • We demand urgent action address growing inequality. The psychological, physical, and political implications of economic inequality are not given their due attention.
  • Our most important political priority is education. As the sum total of all school age children in America, we see how some schools are failing and the cost of heigher education is rising. Education must be locally administered but federally supported.
  • We believe that racism and discrimination still exist in our country and must be ended before they tear apart the unity of our nation. Our generation will end racism.
  • Voting is important to us. Many in our generation are fighting to lower voting age. In fact, there is a new civil rights movement in our generation for youth rights. We do not believe that is acceptable to discriminate against people for any reason, including age.
  • We also value human life. A majority of us think both the death penalty and abortion should be legal and more rare.
  • We believe in liberty. The government has an important, but limited, role to play in society.
  • We are concerned about terrorism and the expanding wars overseas. The defense of our country is paramount to us, but so too are the values that make our country great. We are not a monolithic block, but we all agree that there are many things wrong with this world and we all have a responsability to stand un and fight for a better tomorrow.

*Quotes from this document come from the 2001 Century Institute’s Sagner Fellows as well as official youth statements of dozens of non-partisan conferences.

La piccina dei fiammiferi

Più conosciuta come La piccola fiammiferaia, di seguito pubblico La piccina dei fiammiferi di Hans Christian Andersen tratta da “Tutte le fiabe (eNewton Classici)”

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Faceva un freddo terribile, nevicava e calava la sera – l’ultima sera dell’anno, per l’appunto, la sera di San Silvestro. In quel freddo, in quel buio, una povera bambinetta girava per le vie, a capo scoperto, a piedi nudi. Veramente, quand’era uscita di casa, aveva certe babbucce; ma a che le eran servite? Erano grandi grandi – prima erano appartenute a sua madre, – e così larghe e sgangherate, che la bimba le aveva perdute, traversando in fretta la via, per scansare due carrozze, che s’incrociavano con tanta furia… Una non s’era più trovata, e l’altra se l’era presa un monello, dicendo che ne avrebbe fatto una culla per il suo primo figliuolo.

E così la bambina camminava coi piccoli piedi nudi, fatti rossi e turchini dal freddo: aveva nel vecchio grembiale una quantità di fiammiferi, e ne teneva in mano un pacchetto. In tutta la giornata, non era riuscita a venderne uno; nessuno le aveva dato un soldo; aveva tanta fame, tanto freddo, e un visetto patito e sgomento, povera creaturina… I fiocchi di neve le cadevano sui lunghi capelli biondi, sparsi in bei riccioli sul collo; ma essa non pensava davvero a riccioli! Tutte le finestre scintillavano di lumi; per le strade si spandeva un buon odorino d’arrosto; era la vigilia del capo d’anno: a questo ella pensava.

Nell’angolo formato da due case, di cui l’una sporgeva innanzi sulla strada, sedette, abbandonandosi, rannicchiandosi tutta, tirandosi sotto le povere gambine. Il freddo la prendeva sempre più ma la bimba non osava tornare a casa: riportava tutti i fiammiferi e nemmeno un soldino. Il babbo l’avrebbe certo picchiata; e del resto, forse che non faceva freddo anche a casa? Abitavano proprio sotto il tetto, ed il vento ci soffiava tagliente, sebbene le fessure più larghe fossero turate, alla meglio, con paglia e cenci. Le sue manine erano quasi morte dal freddo. Ah, quanto bene le avrebbe fatto un piccolo fiammifero! Se si arrischiasse a cavarne uno dallo scatolino, ed a strofinarlo sul muro per riscaldarsi le dita… Ne cavò uno, e trracc! Come scoppiettò! come bruciò! Mandò una fiamma calda e chiara come una piccola candela, quando ella la parò con la manina. Che strana luce! Pareva alla piccina d’essere seduta dinanzi ad una grande stufa di ferro, con le borchie e il coperchio di ottone lucido: il fuoco ardeva così allegramente, e riscaldava così bene!… La piccina allungava giù le gambe, per riscaldare anche quelle… ma la fiamma si spense, la stufa scomparve –, ed ella si ritrovò là seduta, con un pezzettino di fiammifero bruciato tra le mani.

Ne accese un altro: anche questo bruciò, rischiarò, e il muro, nel punto in cui batteva la luce, divenne trasparente come un velo. La bambina vide proprio dentro nella stanza, dove la tavola era apparecchiata, con una bella tovaglia, d’una bianchezza abbagliante, e con finissime porcellane; nel mezzo della tavola, l’oca arrostita fumava, tutta ripiena di mele cotte e di prugne. Il più bello poi fu che l’oca stessa balzò fuor del piatto, e, col trinciante ed il forchettone piantati nel dorso, si diede ad arrancare per la stanza, dirigendosi proprio verso la povera bambina… Ma il fiammifero si spense, e non vide più che il muro opaco e freddo.

La piccolina accese un terzo fiammifero. E si trovò sotto ad un magnifico albero, ancora più grande e meglio ornato di quello che aveva veduto, attraverso i vetri dell’uscio, nella casa del ricco negoziante, la sera di Natale. Migliaia di lumi scintillavano tra i verdi rami, e certe figure colorate, come quelle che si vedono esposte nelle mostre dei negozi, guardavano la piccina. Ella tese le mani… e il fiammifero si spense. I lumicini di Natale volarono su in alto, sempre più in alto; ed ella si avvide allora ch’erano le stelle lucenti. Una stella cadde, e segnò una lunga striscia di luce sul fondo oscuro del cielo.

«Qualcuno muore!» disse la piccola, perché la sua vecchia nonna (l’unica persona al mondo che l’avesse trattata amorevolmente, – ma ora anch’essa era morta), la sua vecchia nonna le aveva detto:
«Quando una stella cade, un’anima sale a Dio». Strofinò contro il muro un altro fiammifero, che mandò un grande chiarore all’intorno ed in quel chiarore la vecchia nonna apparve, tutta raggiante, e mite, e buona…
«Oh, nonna!» gridò la piccolina: «Prendimi con te! So che tu sparisci, appena la fiammella si spegne, come sono spariti la bella stufa calda, l’arrosto fumante, e il grande albero di Natale!».

Presto presto, accese tutti insieme i fiammiferi che ancora rimanevano nella scatolina: voleva trattenere la nonna. I fiammiferi diedero tanta luce che nemmeno di pieno giorno è così chiaro: la nonna non era mai stata così bella, così grande… Ella prese la bambina tra le braccia, ed insieme volarono su, verso lo Splendore e la Gioia, su, in alto, in alto, dove non c’è più fame, né freddo, né angustia, – e giunsero presso Dio.

Ma nell’angolo tra le due case, allo spuntare della fredda alba, fu veduta la piccina, con le gotine rosse ed il sorriso sulle labbra, morta assiderata nell’ultima notte del vecchio anno. La prima alba dell’anno nuovo passò sopra il cadaverino, disteso là, con le scatole dei fiammiferi, di cui una era quasi tutta bruciata.

«Ha cercato di scaldarsi…» dissero.

Ma nessuno seppe tutte le belle cose che ella aveva veduto; nessuno seppe tra quanta luce era entrata, con la vecchia nonna; nella gioia della nuova Alba.”

Le giovani generazioni nei programmi elettorali

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Di seguito l’articolo Elezioni politiche 2018. Le giovani generazioni nei programmi elettorali di Alessandro Rosina via Neodemos del 23.02.2018.

L’Italia è un paese strano (ma questo potrebbe non essere di per sé un problema) e confuso (questa invece è una colpa grave in un mondo complesso e in corsa accelerata), è quindi bene iniziare con qualche dato di chiarezza.
Gli over 65 sono la componente che di meno ha visto crescere il proprio rischio di povertà negli anni di crisi. La fascia 55-64 è quella che ha visto aumentare maggiormente il proprio tasso di occupazione (anche come conseguenza dello spostamento in avanti dell’età alla pensione. La classe 35-54 è quella con divario minore di occupazione rispetto alla media europea (sul lato maschile la differenza è sotto i 5 punti percentuali). I giovani-adulti (25-34 anni) si trovano invece con il tasso di occupazione più basso in Europa (nel terzo trimestre 2017, ultimo dato disponibile, in età 25-29 risulta pari al 55,3%, contro 58,1% della Grecia e 75% Ue-27). Il rischio di povertà assoluta negli ultimi anni è diventato sempre più inversamente legato all’età, toccando i valori più alti nelle famiglie con persona di riferimento under 35. Anche i livelli di retribuzione hanno visto un peggioramento a svantaggio dei più giovani. I dati dell’ultimo rapporto AdEPP (Associazione Enti Previdenziali Privati) mostrano come nel 2016 un libero professionista di 35 anni abbia guadagnato in media circa 20 mila euro, contro i 48 mila di un 55enne.
Si può quindi promettere pensioni più generose agli anziani e più risorse per i rischi di disoccupazione dei lavoratori maturi. Difficile però non riconoscere che l’anomalia principale del nostro Paese è la condizione delle nuove generazioni, ovvero degli attuali under 35.

I contenuti dei programmi elettorali

Considerato lo spazio limitato qui tratteremo solo i programmi elettorali dei principali partiti rispetto al tema considerato in assoluto più importante, quello del lavoro, con a monte la formazione di adeguato capitale umano e a valle una sua valorizzazione, in termini di opportunità e di retribuzioni (in grado di rendere accessibile l’autonomia dalla famiglia di origine e la formazione di una propria famiglia). Per motivi di spazio vengono inoltre solo indicate proposte intese come positive per i giovani, ma va tenuto presente che nei programmi elettorali sono contenute anche proposte rivolte ad altre categorie che possono avere ricadute negative in termini di vincoli e costi sulle nuove generazioni.

Forza Italia

Nei dieci capitoli in cui si articola il programma disponibile sul sito di Forza Italia, quelli qui di specifico interesse sono l’8 (“Più qualità nella scuola, nell’università e nella sanità pubblica”) e il 10 (“Più tecnologie, cultura e turismo. Tutela dell’ambiente, efficientamento energetico”). Sono indicate voci come “abolizione delle storture della legge sulla Buona scuola”, “Centralità del rapporto docente-studente”, “sostegno all’aggiornamento e meritocrazia”, “azzeramento progressivo del precariato”, “rilancio dell’Università italiana”. Nel capitolo 10 si trova anche il “Sostegno alle start-up innovative attraverso la semplificazione del crowdfunding”. Integra il programma la proposta, lanciata tramite interviste da Silvio Berlusconi, di incentivi fiscali per l’assunzione di giovani. Nell’”Impegno con gli italiani” sottoscritto il 14 febbraio negli studi di “Porta a porta” vengono toccati specificamente i temi del lavoro, ma con un’interpretazione non corretta degli indicatori che riguardano i giovani (come mostrato qui) e con obiettivi da raggiungere limitati al tasso di disoccupazione generale (da riportare sotto la media europea).

Fratelli d’Italia

Il partito guidato da Giorgia Meloni presenta un elenco di proposte all’interno di un documento dal titolo “Le sfide per l’Italia”. La sfida 8 si occupa di “Un futuro di lavoro” e prevede: la riduzione del cuneo fiscale nei primi anni di assunzione; valorizzazione dell’artigianato di qualità; azioni di rafforzamento su apprendistato, su politiche attive e collegamento tra scuola e lavoro, su orientamento al lavoro ed educazione all’imprenditorialità (in tutti gli istituti secondari). Il tema della formazione e dell’avvicinamento tra scuola e lavoro torna anche nella sfida 12 (“L’Italia tra cultura e turismo”) e nella sfida 13 (“Costruire il futuro partendo da scuola e università”) dove si parla anche del sostegno alla mobilità europea degli studenti e dell’istituzione di un prestito d’onore. Nella sfida 14 (“La rete e la rivoluzione digitale: una grande opportunità”) si prevede, tra l’altro, il sostegno alle imprese che operano “nel comparto della internet economy” e la promozione di progetti sullo sviluppo della digitalizzazione delle piccole e medie imprese.

Lega

Il “Programma di Governo – Salvini premier, la rivoluzione del buon senso” presenta un capitolo dedicato al lavoro dove si trova: l’introduzione del salario minimo, aumenti attraverso incentivi su base meritocratica, rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro, creazione di una figura di tutor per “monitorare e coordinare le azioni di ricollocamento per chi usufruisce dell’indennità di disoccupazione”, risposta alle sfide di Industria 4.0 attraverso strumenti di qualificazione dei lavoratori e formazione di adeguate competenze. Particolarmente sviluppata è la proposta sul sostegno alle startup e all’imprenditoria giovanile, all’interno della quale si propone “un investimento minimo di alcuni punti percentuali (in uno spettro compreso tra il 3% e il 5%) in questo settore per i Piani Individuali di Risparmio (PIR) e per i fondi pensione italiani”, ma anche “decontribuzioni di almeno il 50% sul costo del lavoro per le assunzioni fatte da startup innovative su un orizzonte di 5 anni”.
Il capitolo “Istruzione” propone un ripensamento dei cicli scolastici (con accorpamento tra elementari e medie). Riguardo alla scuola superiore viene affermato che “possedere, una volta maggiorenne, gli strumenti professionali per interagire con il mondo del lavoro deve tornare
a essere la norma, non l’eccezione”. Passando all’Università, l’obiettivo è far lievitare i finanziamenti per la ricerca, contrastando la “migrazione di cervelli”, e aumentare il reclutamento (non precario) di ricercatori. Sulle tasse universitarie si propone una riduzione a fronte di una restituzione nel caso si trovi lavoro entro un anno dalla laurea grazie al “job placement” dell’Università.

MoVimento 5 Stelle

Il M5S enuncia 20 punti “per la qualità della vita degli italiani”. Relativamente ai temi qui di interesse le proposte principali sono le seguenti. Smart Nation: investimenti ad alto moltiplicatore occupazionale (per creare nuove opportunità di lavoro e nuove professioni) e investimenti in nuova tecnologia (internet delle cose, auto elettriche, digitalizzazione PA). Istituzione di un Reddito di cittadinanza, che può non avere natura passiva solo se legato a riforma dei Centri per l’impiego (vengono indicati 2 miliardi di euro per far incontrare meglio domanda e offerta di lavoro, garantendo riqualificazione a chi perde l’occupazione). Creazione di una “Banca pubblica per gli investimenti” a favore di piccole imprese, agricoltori e famiglie. Green economy: “200mila posti di lavoro da economia del riciclo rifiuti” e “17mila nuovi posti di lavoro per ogni miliardo di euro investito nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica”. Rafforzamento spesa pubblica per l’istruzione scolastica. Italia.it: piattaforma e-commerce per i prodotti made in Italy nel mondo. Investimenti produttivi: 50 miliardi in settori strategici (innovazione, energie rinnovabili, manutenzione del territorio, contrasto al dissesto idrogeologico, adeguamento sismico, banda ultra larga, mobilità elettrica). Staffetta generazionale per favorire il passaggio di competenze nelle aziende tra lavoratori maturi uscenti e nuovi entranti.

+Europa

“Buona scuola” e “Jobs Act” vengono considerate un lascito positivo del precedente Governo ma emerge dal programma una decisa convinzione della necessitò di fare di più e meglio. In coerenza con il Piano nazionale “Industria 4.0” viene considerato strategico il rafforzamento di competenze avanzate, in particolare quelle digitali. Si punta inoltre anche al sostegno all’autoimprenditorialità e a una revisione del sistema degli ordini professionali.
All’interno delle proposte di +Europa è inoltre dedicata particolare attenzione alla ricerca scientifica e alla formazione (più investimenti in ricerca, più borse di studio per i meritevoli, più alternanza scuola-lavoro, più mobilità europea) prevedendo anche un rafforzamento della filiera degli Istituti Tecnici superiori. Si propone di potenziare le politiche attive del lavoro, mettendo meglio in relazione scuola, imprese e centri per l’impiego (questi ultimi da riformare per renderli più efficaci nel mettere in relazione domanda e offerta di lavoro). Due aspetti che connotano il programma di questa forza politica sono la costruzione di un vero mercato del lavoro europeo (“interdipendente e integrato”) e un forte impulso alla valutazione delle misure proposte per il miglioramento della transizione scuola-lavoro.

Partito democratico

Il PD è il partito che maggiormente ha assunto responsabilità di governo nella legislatura in chiusura. Il programma propone 9 settori di azione per il futuro. Nel settore “Lavoro di qualità, non assistenzialismo”, viene proposto di: ridurre il costo del lavoro e rendere più vantaggiosa l’assunzione a tempo indeterminato, introdurre un salario minimo, aumentare le tutele del lavoro autonomo, rafforzare gli istituti tecnici superiori (ITS, con obiettivo di raggiungere 100 mila studenti), riduzione delle tasse sulle imprese che creano sviluppo (in coerenza con il Piano Impresa 4.0). Viene inoltre posto come obiettivo la riduzione della disoccupazione giovanile (sotto il 20%). Nel settore “La società della conoscenza” i punti salienti sono: la riduzione della dispersione scolastica (puntando a piani educativi personalizzati), il sostegno all’apprendimento trasversale e digitale, il potenziamento dell’orientamento nel percorso scuola-lavoro, il rafforzamento delle borse per studenti meritevoli, il lancio di un piano di reclutamento di 10 mila ricercatori tipo B. Nel settore “Verso gli Stati Uniti d’Europa” si propone anche di incentivare Erasmus e Servizio civile europeo.

Liberi e Uguali

Il programma di LeU mette al primo posto istruzione e ricerca. La posizione è molto critica rispetto alla legge “Buona scuola”: l’alternanza scuola-lavoro deve tornare volontaria, va migliorata l’edilizia scolastica, va potenziato il finanziamento del sistema universitario e della ricerca pubblica. La proposta che più caratterizza questo partito è quella della “progressiva gratuità dell’accesso a partire dall’abolizione delle tasse universitarie”.
Relativamente al lavoro si propone un Green New Deal “che apra la strada alla riconversione ecologica dell’economia” con interventi di messa in sicurezza del territorio, puntando su energie alternative e con investimenti ad alto moltiplicatore (su istruzione, sanità, trasporto pubblico, cultura, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ricerca). Viene previsto uno sblocco del turnover nella PA “assumendo giovani con le competenze di cui la Pubblica amministrazione oggi è più carente”.
Critica è anche la posizione rispetto al Jobs Act: si prevede il ripristino del’art. 18, limitando i contratti a tempo non indeterminato “esclusivamente con il ripristino della causale, che giustifichi la necessità di un’assunzione a scadenza”. Viene inoltre proposto di disciplinare “le nuove forme di lavoro, come quelle con le piattaforme, per le quali manca un inquadramento giuridico certo”. La rivoluzione 4.0 viene vista soprattutto in termini di rischi di riduzione di occupazione a cui rispondere “considerando in primo luogo il tema della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario”. C’è però un capitolo dedicato alla Rete in cui si riconoscono le potenzialità delle nuove tecnologie per una economia sostenibile e per incrementare una trasparente partecipazione democratica.

Questo e altro, in programmi elettorali che appaiono più un elenco di promesse (più o meno condivisibili in sé) che un sistema di azioni coerenti tra di loro come parte integrante di un modello di sviluppo sociale ed economico del Paese. La visione proposta non va molto al di là di un generico riconoscimento dell’impatto dell’innovazione tecnologica e dell’importanza di valorizzare la creatività e il patrimonio culturale italiano. Alcune promesse elettorali risultano troppo generiche, altre poco praticabili, altre ancora molto costose. Sono più eccezioni che la regola gli obiettivi misurabili, che rendano concreto il risultato a cui si punta e possibile una valutazione della effettiva capacità di ottenerlo. Difficilmente si trovano nei programmi impegni espliciti a ridurre: la percentuale di giovani (15-24) che non studiano e non lavorano, la percentuale di persone in età 25-29 che dipendono economicamente dai genitori, la percentuale di famiglie povere con persona di riferimento under 35. Tutti indicatori che ci vedono con valori tra i peggiori in Europa e che vorremmo (con i fatti) veder fortemente ridotti nella prossima legislatura, non solo per i giovani stessi ma soprattutto per rendere davvero solide le prospettive di crescita presente e futura del Paese.

Smells

I hate myself and I want to die

Kurt Cobain 20.02.1967 – 5.04.1994

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Ha saputo dare voce e vita a un’intera generazione di giovani che non si sentivano a proprio agio col mondo e con i modelli sociali dominanti ereditati e la sua dipartita per molti ha rappresentato uno dei più gravi lutti vissuti nell’ultimo fine millennio.

Per chi come me ha vissuto un certo tipo di adolescenza negli anni ’90 è stato veramente importante.
Il fratello maggiore che con le sue canzoni ti faceva sentire meno solo e meno disadattato.

La canzone più rappresentativa di quel comune sentire e di quella rabbia è sicuramente Smells like teen spirit.

(…) With the lights out, it’s less dangerous 
Here we are now, entertain us 
I feel stupid and contagious 
Here we are now, entertain us 
A mulatto, an Albino 
A mosquito, my libido, yeah 
Hey, yay 

And I forget just why I taste 
Oh yeah, I guess it makes me smile 
I found it hard, it was hard to find 
Oh well, whatever, nevermind 

Hello, hello, hello, how low 
Hello, hello, hello, how low 
Hello, hello, hello, how low (…)

Concorso Nazionale “Riprendiamoci il futuro” – Edizione 2018

No automatic alt text available.Grazie e via Fondazione Bruno Visentini è online il bando del Concorso Nazionale “Riprendiamoci il futuro” – Edizione 2018.

L’iniziativa, promossa dal ClubdiLatina e dalla Fondazione Bruno Visentini,  si propone di sensibilizzare gli studenti sul tema del persistente divario generazionale e degli ostacoli che si frappongono al raggiungimento dei loro obiettivi di crescita umana e professionale. Riveste dunque una forte valenza formativa far acquisire ai giovani la consapevolezza dell’importanza del percorso scolastico ed esperienziale che li condurrà al mondo del lavoro e al contesto socioeconomico nel quale si troveranno ad operare.

Il concorso è aperto a tutti gli studenti iscritti al I, II, III, IV e V anno scolastico 2017-2018 della scuola secondaria superiore di II grado. La partecipazione al concorso è gratuita.

Si partecipa con un elaborato in lingua italiana sul tema “2030: il futuro della mia città”.

I lavori dovranno essere inviati entro il 20 marzo 2018 al seguente indirizzo di posta elettronica: concorso.riprendiamociilfuturo@gmail.com.

La premiazione si terrà a Roma, nell’Aula Magna dell’Università LUISS Guido Carli, nel corso del Convegno di presentazione dei risultati della Ricerca FBV “Il Divario generazionale e le nuove professioni – Rapporto 2018″, alla presenza delle Istituzioni, dei Rappresentanti del Governo e della Stampa, durante il mese di Maggio. 

Per ulteriori informazioni si allega il bando di concorso:

bando-concorso-riprendiamoci-il-futuro-ed-2018

Agli studenti partecipanti è richiesta la compilazione, in forma anonima, del formulario allegato al presente bando:

questionario-riprendiamoci-il-futuro-2018

Il bombarolo

“Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, là dove gli altri vanno avanti come pecore…”
Fabrizio De André (18.02.1940-11.01.1999)


(…) Il mio Pinocchio fragile 
parente artigianale 
di ordigni costruiti 
su scala industriale 
di me non farà mai 
un cavaliere del lavoro, 
io sono d’un’altra razza, 
son bombarolo. (…)

Intellettuali d’oggi 
idioti di domani 
ridatemi il cervello 
che basta alle mie mani, 
profeti molto acrobati 
della rivoluzione 
oggi farò da me 
senza lezione. 

Vi scoverò i nemici 
per voi così distanti 
e dopo averli uccisi 
sarò fra i latitanti 
ma finché li cerco io 
i latitanti sono loro, 
ho scelto un’altra scuola, 
son bombarolo. 

Potere troppe volte 
delegato ad altre mani, 
sganciato e restituitoci 
dai tuoi aeroplani, 
io vengo a restituirti 
un po’ del tuo terrore 
del tuo disordine 
del tuo rumore. (…)

Qualche idea e il sostegno alle famiglie e alla natalità nei programmi elettorali

Qualche idea sui possibili aiuti alle famiglie e alla natalità nel video di Franco Fracassi via PandoraTv

Di seguito l’articolo di Roberto Impicciatore Elezioni Politiche 2018. Il sostegno alle famiglie e alla natalità nei programmi elettorali via Neodemos.

Il tema del sostegno alle famiglie e alla natalità mostra una rilevanza maggiore di quanto appariva nelle tornate elettorali precedenti (si veda, per le elezioni del 2013, Quale demografia nei programmi elettorali?). Non è da escludere che questo sia l’esito della paura che la popolazione italiana in diminuzione possa essere “sostituita” con la popolazione immigrata anziché di una effettiva consapevolezza degli squilibri demografici in atto generati da una fecondità ormai stabilmente sotto la media di 1,4 e dunque ben lontana dalla soglia di rimpiazzo assicurata da 2,1 figli per donna. È ormai dal 2013 che ogni nuovo anno battiamo puntualmente il record negativo nel numero di nuovi nati aggiornando il numero più basso mai registrati dall’Unità d’Italia in poi (464mila nel 2017). Tuttavia, a prescindere da quale sia la causa scatenante, si è diffuso un ampio consenso sull’importanza di fare di più e meglio per sostenere le famiglie e per facilitare la scelta di avere figli. In Italia la fecondità desiderata è pari a circa due figli, uno dei valori più alti in Europa, e i tentativi compiuti negli ultimi anni per ridurre il gap con la fecondità effettivamente realizzata hanno avuto un successo molto modesto, se non nullo. In particolare, a poco sono serviti nel recente passato i vari bonus distribuiti a pioggia che sembrano essere più delle misure con un immediato ritorno elettorale che efficaci strategie. La novità principale nei programmi elettorali delle Politiche 2018 è la netta impressione che le forze politiche in competizione abbiano recepito la necessità di dover combinare il sostegno monetario con i servizi, con le agevolazioni fiscali e la flessibilità negli orari di lavoro e nei congedi.

La rilevanza data al tema delle famiglie con figli appare evidente anche nella retorica usata nei programmi elettorali: dalla promessa di “rivoluzione copernicana” del Partito Democratico, all’intenzione di triplicare le risorse attualmente investite per famiglia e natalità annunciata da Matteo Salvini perché quella demografica rappresenta è “la più grande e più sottovalutata delle emergenze che viviamo”, fino ad arrivare all’annuncio del “più imponente piano di sostegno alle famiglie e alla natalità della storia d’Italia” da parte di Giorgia Meloni.

Gli strumenti proposti nei programmi elettorali riguardano principalmente, la revisione del sistema fiscale che preveda un alleggerimento del carico fiscale per le famiglie con figli, i trasferimenti monetari, la gratuità degli asili nidi e la regolamentazione dei congedi e degli orari di lavoro. Nel complesso, si tratta di proposte varie e spesso condivisibili ma la generosità delle promesse sul tema familiare deve fare i conti con i costi elevati e l’effettiva copertura finanziaria. Inoltre, spesso non risultano dettagliate in maniera tale da poterne valutare la reale fattibilità o non entrano nel merito delle cifre proposte. Cerchiamo di vedere più nello specifico le proposte presenti nei programmi elettorali.

Forza Italia

Come per tutte le altre forze del centrodestra, Forza Italia si pone come obiettivo quello di riformare il sistema fiscale inserendo un quoziente familiare. Nel ribadire la rilevanza della famiglia come nucleo della società, il programma di Forza Italia rilancia un piano straordinario per la natalità con asili nido gratuiti e consistenti assegni familiari più che proporzionali al numero dei figli. Infine, si sostiene la difesa delle pari opportunità e la tutela delle donne con riconoscimento pensionistico a favore delle madri. Si tratta, tuttavia, di proposte con un ridotto livello di dettaglio.

Fratelli d’Italia (FdI)

Come già sottolineato in precedenza, il partito di Giorgia Meloni pone in primissimo piano il sostegno alle famiglie e alla natalità. Nelle indicazioni del programma si evidenzia un piano di sostegno alla natalità che prevede un assegno familiare di 400 euro al mese per i primi sei anni di vita di ogni minore a carico per le famiglie con redditi sotto gli 80 mila euro annui. Così come per gli altri partiti del centrodestra, si sostiene l’applicazione del quoziente familiare come criterio di tassazione del reddito familiare. Inoltre, FdI promette: asili nido gratuiti e aperti fino a tardi e nel periodo estivo; la deducibilità del lavoro domestico; un congedo parentale coperto fino all’80%; incentivi alle aziende che assumono neomamme e donne in età fertile; la tutela delle madri lavoratrici e incentivi alle aziende per gli asili nido aziendali; la deducibilità del costo ed eliminazione dell’IVA sui prodotti per la prima infanzia e un intervento sul costo del latte artificiale.

Lega (LN)

La paura di un declino demografico e di un precoce invecchiamento della popolazioneitaliana sono particolarmente evidenti nei punti programmatici della Lega Nord. Per invertire la rotta di una popolazione che potrebbe scomparire o, forse peggio, essere sostituita da popolazioni in arrivo da altri paesi, è necessario, secondo il partito di Matteo Salvini, un piano strutturale di rilancio della natalità che passi, in primo luogo, attraverso il riconoscimento di un contributo di 400 euro al mese (detassati) ai genitori per ogni nuovo nato, fino al diciottesimo anno di età del figlio. Non stupisce che la misura sia prevista solo per i cittadini italiani (con almeno 20 anni di residenza alle spalle). In secondo luogo, la LN prevede asili nidi gratuiti per le famiglie italiane (o residenti in Italia da almeno 5 anni) a condizione di avere sia un reddito al di sotto dei 50.000 euro lordi sia entrambi i genitori già occupati, il che, di fatto, esclude dalla misura un numero elevato di famiglie. Inoltre, la Lega prevede di eliminare l’IVA sui prodotti della prima infanzia, la copertura dei contributi per le persone assunte in sostituzione di maternità e l’innalzamento delle retribuzioni delle donne in periodo di maternità facoltativa. Il ruolo primario della famiglia nell’educazione, nella cura e nella presa in carico dei figli, viene fortemente sostenuto dalla LN anche attraverso l’introduzione di una “no tax area mobile” crescente in base ai carichi familiari e l’innalzamento della soglia di reddito sotto la quale considerare un congiunto come “a carico” (dai 4 mila a circa 6.500). Inoltre, la Lega intende incentivare le iniziative tese a facilitare la conciliazione dei tempi lavoro-famiglia. Curiosamente, come esempio in tal senso viene considerato la limitazione delle liberalizzazioni degli orari di apertura dei negozi al fine tutelare il riposo domenicale e festivo dei commercianti, senza tener conto che questa strategia potrebbe complicare la vita degli altri genitori lavoratori.

Movimento 5 Stelle (M5S)

Sottolineando il notevole gap tra fecondità desiderata e realizzata nel nostro paese e prendendo come riferimento il modello francese di sostegno alle famiglie, il M5S dedica uno dei 20 punti del proprio Programma Politico alle famiglie con figli e prevede di arrivare gradualmente ad uno stanziamento di 17 miliardi di euro annui aggiuntivi per aiutare le famiglie con figli. Tra le misure previste, ci sono non meglio precisati rimborsi per i costi degli asili nido, dei pannolini, baby sitting e di assegno di istruzione, l’introduzione dell’iva agevolata per prodotti neonatali, per l’infanzia e per la terza età e l’innalzamento dell’importo detraibile per assunzione di colf e badanti. Sebbene non sia esplicitamente menzionato tra i 20 punti del programma, il M5S promuove, come tutte le forze del centrodestra, il sistema fiscale basato sul quoziente familiare.

+Europa

Le politiche per la famiglia sono inserite in un più generico piano di riduzione della povertà. Il focus principale è sul lavoro femminile e sugli strumenti di conciliazione lavoro-famiglia. La lista di Emma Bonino si propone di facilitare la conciliazione assicurando il funzionamento degli asili nido in orari più estesi, promuovendo il ritorno delle donne al lavoro dopo la maternità e garantendone la retribuzione e l’inquadramento professionale. Infine, merita attenzione la proposta di superare il congedo di maternità in favore del congedo parentale, usufruibile tanto dalle donne quanto dagli uomini.

Partito Democratico (PD)

Il PD è il partito di centrosinistra che dedica maggior attenzione al tema delle famiglie con figli. Sottolineando che nei paesi dove le donne lavorano di più si fanno anche più figli, il PD propone una serie di manovre che si pongono come chiaro obiettivo quello di incrementare contemporaneamente sia la natalità sia l’occupazione femminile. La principale proposta consiste in una operazione fiscale di sostegno alle famiglie italiane che prevede 240 euro di detrazione Irpef mensile per i figli a carico fino a 18 anni e 80 euro per i figli fino a 26 anni. Per tutti i tipi di lavoro e per tutte le fasce di reddito fino a 100 mila euro l’anno e quindi in grado di raggiungere anche gli incapienti sotto forma di assegno e con un sistema di riduzione dei benefici progressivo per redditi più elevati. Nel programma il PD fornisce il seguente esempio: una famiglia con un solo reddito da lavoro dipendente di 35 mila euro annui e con due figli a carico minorenni riceverebbe 1400 euro di reddito disponibile in più. Questa misura avrebbe un costo di circa 9-10 miliardi all’anno, paragonabile a quello degli 80 euro. Restano, tuttavia, indefinite alcuni aspetti non secondari come, ad esempio, il criterio che definisce le fasce di reddito (se lordo, netto, o ISEE). Al fine di conciliare lavoro e famiglia, il PD si propone di rendere obbligatoria la concessione del lavoro agile (smart work) per la fase di rientro al lavoro dopo la maternità ed estendere a 10 giorni il congedo obbligatorio per i padri. Inoltre, intende allargare l’offerta pubblica di asili e garantendo 400 euro al mese per ogni figlio fino ai 3 anni per la retta dell’asilo nido o per il rimborso delle spese di baby sitting. Infine, il PD si impegna anche a offrire un sostegno economico alle madri che vogliono tornare al lavoro. Attualmente, le mamme dopo la fine della maternità obbligatoria possono restare a casa per ulteriori 6 mesi con una retribuzione pari al 30% dello stipendio. Questo beneficio spetterà, anche alle donne che tornano a lavorare, sotto forma di buono per le spese di cura.

Liberi e Uguali

Manca nel programma un’esplicita sezione dedicata al sostegno delle famiglie così come non compare nel testo la parola conciliazione e non viene affrontato il tema dei congedi e della flessibilità oraria. Si enuncia una generica intenzione di moltiplicare l’offerta pubblica di nidi e di rendere universale la scuola dell’infanzia mentre maggiore enfasi viene posta sulla necessità di unificare le detrazioni per carichi familiari con gli assegni familiari in un unico strumento di sostegno alle famiglie (come propone anche il PD) all’interno di un programma che tende a sostenere e di rafforzare la progressività degli scaglioni di reddito.

The Inclusive Development Index 2018

È uscito The Inclusive Development Index 2018 del WefDi seguito qualche estratto.

Risultati immagini per inclusive development index 2018

Income inequality has risen or remained stagnant in 20 of the 29 advanced economies, and poverty has increased in 17. Most emerging economies have improved in these respects, with 84% of them registering a decline in poverty, though their absolute levels of inequality remain much higher. In both advanced and emerging economies, wealth is significantly more unequally distributed than income. This problem has improved little in recent years, with wealth inequality rising in 49 of the 103 economies. Figure 3 shows the level and evolution of income inequality over the past 10 years for selected economies.

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In Intergenerational Equity and Sustainability, the trend is discouraging, with a decline in 56 of the 74 emerging economies. This is largely driven by growing fiscal and demographic pressures and a decline in adjusted net savings, which measures the true rate of savings in an economy, after taking into account investments in human capital, depletion of natural resources, and damage caused by pollution. Most economies perform poorly on this indicator, with most emerging economies recording deterioration. Notable exceptions include Brazil, China, and India, though these are mainly driven by strong human capital investment, while reporting high levels of resource depletion.

Italy ranks 27th among the 29 advanced economies evaluated by the IDI, and is on a declining trend. This performance shows a country characterized by low Growth and Development and little Intergenerational Equity and Sustainability. In fact, Italy is aging, shifting the political weight in favor of elder cohorts. This is echoed by the difficulty to lower public debt, which stakes a claim on Italy’s future resources in return for current gains, and by a high unemployment rate especially among the younger population. At the same time, income inequality and poverty are higher than in most advanced economies, and are increasing. Driven by slow growth, the future economic prospects of Italy are less positive than of other comparable countries. While Italy has managed to build shared wealth in the past (as measured by the wealth Gini index), increasing income inequality and low growth have started to erode such prosperity, calling for action in favor of more inclusive growth policies. Italy is, however, achieving a good performance on carbon intensity and health, as it has low carbon emissions and better health conditions (73 expected healthy years) than most economies.

Generazioni disuguali, una decisione politica

Generazioni disuguali, (a cura di) A. Schizzerotto, U. Trivellato e N. Sartor (2011) è uno dei migliori libri sul tema delle differenze e delle disuguaglianze tra le generazioni. Il volume esamina le variazioni delle condizioni di vita dei giovani nel volgere delle generazioni che si sono succedute nell’ultimo mezzo secolo in Italia e contiene i risultati di una ricerca, sviluppata nell’arco di un biennio, su alcuni profili delle disuguaglianze intergenerazionali, considerate in un’articolata comparazione tra la realtà italiana odierna e quella della seconda metà del secolo scorso.

Di seguito, un piccolo estratto del capitolo I giovani di oggi stanno peggio di quelli di ieri?

generazioni disuguali

[…] Si può affermare, dunque, che il peggioramento della posizione delle giovani generazioni non è stato solo un accidente legato al momento storico in cui la necessità del risanamento è emersa con urgenza, ma in buona parte il risultato della decisione politica di ricorrere a strumenti non rispettosi del criterio di equità intergenerazionale. […]

Ma perché le condizioni correnti e, ancor più, le prospettive di vita dei giovani d’oggi sono peggiorate rispetto a quelle dei loro padri quando questi ultimi avevano la loro stessa età? Pensiamo che la risposta vada ricercata nell’interazione tra effetti differenziali di coorte e di periodo. (..) Dalla metà degli anni ’90 il nostro sistema economico ha smesso di crescere, in assoluto e comparativamente ad altri paesi sviluppati. Basti segnalare che, fatto 100 il Pil pro capite a parità di poteri di acquisto dell’Ue15, quello dell’Italia è passato da oltre 104 nel 1995 a 90 nel 2010! Nell’ultimo quindicennio, poi, sono state poste in atto politiche di bilancio – in particolare, in materia pensionistica – e misure di regolazione e politiche passive del lavoro, che hanno penalizzato fortemente, in buona misura con effetti che si preannunciano duraturi, i giovani. Di conseguenza è il futuro, ancora più del presente, che si presenta con tinte grigie agli occhi dei giovani di oggi. Per loro sarà difficile sia raggiungere livelli di benessere analoghi a quelli che raggiungeranno, da adulti, i loro coetanei dei paese sviluppati dell’Ue, sia migliorare le condizioni di vita rispetto a quelle dei genitori. Quest’ultima eventualità appare preoccupante anche sotto il profilo della tenuta del tessuto sociale, perché disegna una discontinuità rispetto alle esperienze di tutte le coorti di giovani che si sono succedute nel corso dell’intero ‘900. Pur a fronte di gravi shock – i due conflitti mondiali e la crisi del 1929, esse sono infatti riuscite a innalzare il tenore e le prospettive di vita rispetto a quelli/e dei rispettivi genitori. Ed è proprio questa possibilità che, invece, sta venendo meno ai giovani italiani di oggi.
Vi può essere, per loro (e per noi), qualche speranza che queste congetture non si avverino? Sì, a quattro condizioni: che la congiuntura economica cambi velocemente di segno; che si avvii un processo di crescita sostenuto e sostenibile; che vengano poste in atto politiche redistributive eque e robuste; che capacità e competenza personali vengano riconosciute e premiate.
Guardando alla situazione del nostro pese, queste quattro condizioni paiono configurare più un libro dei sogni che una prospettiva realisticamente percorribile. Ma la storia è segnata da discontinuità, non soltanto da inezie. E dentro la “ragione” trovano spazio anche le “passioni”. Quindi, non disperiamo di essere smentiti.